Incontro Michele, 55 anni, ingegnere meccanico, direttore generale di un’impresa di lavorazioni meccaniche con circa 30 dipendenti.
La sua azienda opera sui mercati internazionali ed i suoi clienti fanno riferimenti a mondi di alta precisione e tecnologie complesse (aereospaziale e formula 1 in primis).
E’ un fiume in piena.
Negli ultimi anni – racconta Michele – le difficoltà delle aziende per competere nel mercato sono aumentate in modo significativo. La riduzione delle barriere geografiche e politiche per un tessuto industriale produttivo italiano costituito in gran parte da piccole e medie imprese, spesso anelli di catene di fornitura di grandi attori internazionali più che produttrici di prodotti propri, rende sempre più difficile l’individuazione di vantaggi competitivi decisivi. In uno scenario come quello citato mi rendo conto che le persone, non solo con le loro modalità operative ma soprattutto con le capacità creative, di adattamento e di relazione diventano oggi più che mai di fondamentale importanza.
Da qualche anno ho ritenuto opportuno sostenere il processo di adattamento alla condizione di continua evoluzione del mercato aggiungendo, alle consuete attività aziendali a riguardo, un’attività di supporto per le persone.
Oggi, in questo particolare momento di difficoltà sanitaria e sociale si aggiungono, alle consuete complessità aziendali, prosegue Michele, anche situazioni di preoccupazione, difficoltà e disorientamento personali che non ritengo possano essere trascurate o lasciate al caso.
Il lavoro che facciamo con il coach mi aiuta, come direttore, a rimanere focalizzato sui temi centrali da affrontare di giorno in giorno senza perdere di vista le strategie di medio e lungo periodo e aiuta i miei collaboratori ad operare con maggiore sinergia. Marco, il nostro coach, ha una capacità non comune di fare emergere i temi centrali nelle diverse situazioni personali e aziendali.
La ragione per cui suggerisco volentieri a colleghi e imprenditori è che credo che, soprattutto in questo particolare momento, riconoscere di avere bisogno di aiuto, sia un elemento di forza, non di debolezza.